Bottega Rinascimentale e nuovo umanesimo economico

bottega rinascimentale oggi come ieri

In continuità con il nostro passato, torna a far parlare di sé la Bottega Rinascimentale


In passato, fino al Rinascimento, “bottega” era lo studio di artisti e artigiani affermati, che lavoravano assistiti da aiuti e discepoli. Si andava “a bottega” per imparare e scambiare conoscenze. Si approfittava dei viaggi di lavoro e di affari per “visitare le botteghe” di altri maestri, per aggiornarsi sui progressi e le novità nei campi artistici e imprenditoriali. 

L’idea della Bottega Rinascimentale nasce una decina di anni fa, come spazio d’incontro in cui scambiare conoscenza e conoscenze, interessi e, ben venga, per realizzare progetti imprenditoriali, collaborando insieme. Bottega come laboratorio, occasione di confronto in cui si produce apprendimento. Rinascimentale in quanto la si è immaginata popolata dai corrispettivi moderni delle figure che animavano gli scambi economici e culturali nell’Italia del ‘400-‘500. Quei viandanti, mercanti e artisti abituati a percepire le occasioni d’incontro come mezzi di arricchimento, sia del proprio sapere, sia del proprio valore in quanto individui. La vision che sottende all’iniziativa è, dunque, chiara e condivisa dai partecipanti. Scambiare conoscenza e conoscenze, agendo in maniera collaborativa.

La nuova Bottega Rinascimentale ri-nasce in terra di Romagna, una decina di anni fa

Il primo incontro della Bottega Rinascimentale fu organizzato in terra di Romagna, sulle dolci colline di Faenza, presso un’azienda nota per la coltivazione dei ”frutti dimenticati”. L’incontro seguente fu ospitato da un produttore di miele, conosciuto anche per il recupero di una razza autoctona di maiali (la “mora romagnola”). I luoghi in cui ci si “ritrova a bottega” sono scelti con l’intenzione di preservare vivo nel tempo il valore dell’ibridazione e della contaminazione fra saperi e “mondi” professionali apparentemente lontani. Mondi che poi si rivelano affini nella visione delle relazioni umane.

In continuità con le botteghe d’artisti o artigiani del passato, legate inscindibilmente al territorio in cui si trovavano a operare, anche per la Bottega Rinascimentale dell’oggi i legami con il territorio, con le qualità distintive del luogo in cui si vive, si lavora e si intraprende, rappresentano un fattore premiante. Consolidare la consapevolezza della propria identità culturale significa essere in grado di spenderla, nel mercato globale, come elemento distintivo. Anche  le eccellenze imprenditoriali sono parte dell’identità del territorio e beneficiano della sua valorizzazione. Per rafforzare questi legami, gli incontri sono organizzati presso le Botteghe Rinascimentali dell’oggi. Quelle aziende che esprimono l’eccellenza nel proprio settore di riferimento.  E rappresentano, inoltre, una precisa “fotografia” delle economie di un determinato territorio. Contesti in cui, tra l’altro, all’insegna della multisensorialità, si coglie anche la piacevole occasione di degustare le prelibatezze enogastronomiche del “chilometro zero”.

Una Bottega destinata agli imprenditori di oggi per lo sviluppo di un nuovo Umanesimo economico

I partecipanti sono imprenditori che condividono una “Carta dei Valori e dei Comportamenti” basata sui principi dell’onestà intellettuale, del rispetto, dell’autenticità, della passione per ciò che si fa (e per ciò che si è). Questo li impegna a mettere a disposizione degli altri le proprie relazioni. A condividere le idee progettuali, attribuendo significato e valore al confronto, visto come opportunità di crescita, personale e delle proprie conoscenze.

La Bottega Rinascimentale è anche caratterizzata da alcune, ben precise, competenze emotive, tipiche di ogni team multidisciplinare.

Tra queste: forte curiosità, capacità di ascolto, una solida positività, apertura allo scambio e al mettersi in gioco. Il tutto accompagnato dalla capacità e dalla motivazione a rimettersi sempre in discussione. Esattamente ciò che serve per lo sviluppo di un nuovo umanesimo economico.

 


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Andrea Succi