Le riflessioni e i contenuti dei miei workshop in un ebook

Per rendere ancora più efficace un incontro formativo, è importante “chiudere il cerchio” delle riflessioni che ha sollecitato

Sono ormai oltre 150 i workshop e gli incontri formativi che ho ideato e condotto nel corso degli ultimi 12 anni. A questi, si aggiungono le molte ore di docenza che mi sono state affidate, in differenti contesti istituzionali, e gli incontri tra operatori del settore turistico che ho organizzato. Al termine di ognuno, ho preso la buona abitudine di raccogliere i contenuti e le “Note di riflessione del workshop” in un ebook dedicato alla didattica.

Grazie all’esperienza e all’affinamento delle mie capacità comunicative, mi sono reso sempre più conto dell’importanza che riveste la pratica di “chiudere il cerchio” al termine di una sessione di formazione. Cioè di condividere con i partecipanti una traccia organica e possibilmente completa di quanto emerso nel corso del workshop. Non mi riferisco solo ai materiali di diretta derivazione dal “lavoro di preparazione” dell’incontro, che oramai tutti i docenti distribuiscono dopo le loro lezioni: la canonica copia delle slide preparate per l’occasione integrata dalla raccolta, troppe volte disorganica, dei brani e delle fonti citate. A questi materiali, tutt’al più, si aggiunge un elenco di link e titoli di testi utili ad approfondire.

Slide, link di approfondimento e materiali di consultazione sono sicuramente utili complementi al workshop appena concluso. Tuttavia da soli non bastano. Me ne sono reso conto attraverso l’esperienza diretta sul campo. Le carenze che questo approccio ricorrente denota sono di due ordini. In primo luogo, manca una cornice organica in grado di legare fra loro i vari materiali. In buona sostanza, manca la voce del relatore e la sua capacità di collegare il discorso, in modo da conferirgli una consequenzialità logica. È un po’ come lasciare ai partecipanti il workshop a pezzi e senza le istruzioni di montaggio!

Le mie “Le note di riflessione sul workshop” in un ebook

L’altra carenza è ancora più peculiare della precedente, perché è specchio di un preciso approccio mentale. Si tratta della totale assenza di una riflessione a posteriori sull’evento formativo appena concluso. Manca quello che io, in più occasioni, ho chiamato “Le note di riflessione sul workshop”. Perché ogni lavoro di gruppo, quando veramente efficace, si modifica e, al contempo, modifica in modo più o meno significativo l’esperienza comune attraverso il contributo, fornito in itinere, di tutti i partecipanti.

Come scrivo ne “Le note di riflessione” dei miei workshop, queste rappresentano:

“… uno strumento di comunicazione che dispone di tre chiavi di lettura e di utilizzo contestuale:

  1. raccogliere i contributi, le riflessioni dei partecipanti e una serie di spunti propositivi ispirati dai numerosi e partecipati interventi;
  2. “creare valore aggiunto”. La partecipazione e il confronto generano concetti e idee che diventano parte del patrimonio intellettuale, pervenendo a risultati ben superiori al contributo di ogni singolo partecipante (della serie “si impara anche ascoltando gli altri”). A un ascolto attento, infatti, ciò che si dice (e soprattutto si ascolta…) acquista, più di quanto ci si immagina, un interessante valore di apprendimento. Inoltre, fornisce ulteriori spunti e idee di interesse pratico o, magari, conferma in un proprio pensiero a cui non si attribuiva importanza o valore (della serie “a volte non so di sapere”);
  3. ispirare, grazie alla ricchezza dei contenuti espressi dal workshop, l’opportunità di integrare il materiale raccolto con alcuni concetti-chiave ed elementi di conoscenza ritenuti di interesse per i partecipanti.”

2018: Emozioni & Ospitalità è il primo frutto. Il workshop in un ebook

Mutuandolo dalle reminiscenze scolastiche, l’ideale a cui puntare era un vero e proprio libro di testo. Un “sussidiario” capace di raccogliere i materiali del workshop, ordinarli in modo organico e integrarli a posteriori con i contributi, le idee e le riflessioni di chi vi aveva preso parte. Non poteva certo trattarsi di un vero e proprio libro cartaceo. Troppo lunghi i tempi di realizzazione e troppo costoso, poi. Impensabile tradurlo in una spesa aggiuntiva da accollare ai partecipanti.

Ecco, allora, l’idea di puntare su una pubblicazione digitale. Un ebook che, nei suoi contenuti fondamentali, esiste già prima del workshop e viene poi velocemente integrato, appena terminati gli incontri, con tutti i restanti materiali di approfondimento. Fra questi, una parte importante hanno le “Note di riflessione”, emerse dal confronto con i partecipanti. Il primo ebook è nato nel 2018 e si intitolava Emozioni & Ospitalità. È stato distribuito al termine di un workshop tenutosi a Cagliari, il 21 aprile 2018, dedicato al Turismo esperienziale & extra-alberghiero. L’ebook aveva come sottotitolo Come creare, promuovere e vendere esperienze ai turisti dell’extra-alberghiero.

Il perché di una scelta raccontato da Cristina Ghetti, di LibrinAria

A scegliere il formato digitale giusto per l’idea che avevo in mente è stata Cristina Ghetti, di LibrinAria. Mi ha suggerito di realizzare un vero e proprio ebook in formato ePub piuttosto che il classico documento in formato pdf. Per spiegare la differenza, lascio la parola direttamente a Cristina: «Il formato ePub rappresenta ormai lo standard internazionale per la pubblicazione di libri in versione digitale. Ormai è l’unico accettato dalle piattaforme di vendita, come Amazon o, in Italia, IBS. La particolarità di questo genere di pubblicazioni è quella di non avere un’impaginazione statica, a differenza di quanto avviene in un documento in formato pdf o stampato su carta. Il concetto di pagina viene superato dall’adattamento del testo allo schermo su cui viene visualizzato. Proprio quello che siamo abituati a sperimentare ogni giorno quando visitiamo un sito web ben fatto. Il sito, infatti, scala e riposiziona i propri contenuti per renderci agevole la loro visualizzazione anche sul piccolo schermo del nostro smartphone, per esempio. O come fa un fluido all’interno di un recipiente, similitudine classica e che ha dato vita alla denominazione usata spesso per gli ebook in formato ePub, cioè “reflowable ebook”. Tra l’altro, questa caratteristica “impaginazione liquida” aiuta e velocizza moltissimo anche la fase di modifica e aggiunta di contenuti. Infatti consente di non preoccuparsi dell’impaginazione di ogni nuova pagina, visto che “ereditano” in automatico l’impaginazione generale del testo… questo a patto che il codice di partenza sia ben scritto, naturalmente!»

Un documento in formato pdf non è un “vero” ebook

Al di là degli ebook acquistati sulle piattaforme di vendita, ormai tutti in formato ePub, dalla rete si possono ancora scaricare moltissimi “ebook” in formato pdf. Perché non accontentarsi di questo formato, più diffuso e che tutti conoscono? Risponde ancora Cristina: «Beh, potrei tagliare corto e rispondere semplicemente che non si tratta di veri e propri ebook! Infatti, il formato Pdf (Portable Document Format, di proprietà di Adobe) è nato per favorire lo scambio e la stampa di documenti, non la loro lettura a schermo. È il formato migliore da utilizzare per la stampa di un libro cartaceo, in quanto si tratta di un file “chiuso” (proprio il contrario del “reflowable” di cui parlavo prima), che non subirà modifiche se aperto su un dispositivo diverso da quello sul quale è stato creato. Proprio questa sua caratteristica, però, lo rende “rigido” e per nulla personalizzabile in fase di lettura. Infatti, soprattutto se si tratta di pagine di grande formato (A4, per esempio) fino a quando la lettura avviene sullo schermo del computer (dispositivo su cui solitamente le pagine sono state create) non si riscontrano problemi. Se invece si tenta la lettura sul piccolo schermo di uno smartphone le cose cambiano parecchio. E bisogna anche tenere presente che, ormai, lo smartphone rappresenta percentualmente il device più utilizzato per la lettura di contenuti di qualsiasi tipo. Infatti, il rapporto 2020 dell’AIE (Associazione Italiana Editori), ci dice che tra gli strumenti dedicati alla lettura digitale, lo smartphone è quello largamente preferito per accedere ai contenuti editoriali (in crescita dal 65% del 2018 al 68%)».

I workshop in un ebook sono già 9… e cresceranno in futuro

Grazie alla competenza tecnica di Cristina Ghetti, dal 2018 a oggi ho già realizzato 9 ebook (alcuni tra i più recenti puoi trovarli sulla pagina dedicata alla didattica del sito). Ognuno è riservato a una differente esperienza formativa. Si va dal Master di primo livello “Cultura, Turismo ed Eventi” della John Cabot University di Roma, ai workshop rivolti in modo particolare agli amministratori locali, patrocinati da ANCI Emilia-Romagna. Per arrivare a quelli nati a completamento di incontri tenuti all’interno di conferenze ed eventi rivolti al turismo, come l’edizione 2019 di “Host B2B”, la prima conferenza italiana interamente dedicata all’extra-alberghiero.

 


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Andrea Succi